22/11/2021 TRIESTE – Il Clpt non ha violato il contratto nazionale Porti” perché “non ha indetto alcuno sciopero, ma ha aderito a uno sciopero indetto da altri”. Questa la replica del Coordinamento all’Autorità portuale, in merito alla protesta proclamata dal 15 ottobre. || Non più riconosciuto come sindacato all’interno del porto, il Clpt passa al contrattacco. Il Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste, guidato fino a un mese fa da Stefano Puzzer, “non ha in alcun modo violato l’art. 49 del contratto nazionale Porti”, perché “non ha indetto alcuno sciopero, ma ha aderito a uno sciopero indetto da altri” e “perché lo stesso articolo prevede l’esclusione dallaprocedura di raffreddamento degli scioperi per eventieccezionali”. Questa la replica contenuta in una lettera inviata al presidente dell’Authority Zeno D’Agostino, il quale qualche giorno fa ha annullato il protocollo d’intesa con il quale il Clpt era entrato a far parte, da luglio 2020, delle organizzazioni sindacali legittimate a svolgere la loro attività in porto. La decisione era stata presa dall’Authorità portuale in seguito all’astensione dal lavoro proclamata dal 15 ottobre dal Clpt contro l’introduzione del Green pass nei luoghi di lavoro. Ma ora il Coordinamento precisa che si trattava di uno sciopero proclamato da altri, e rincara la dose, accusando l’Autorità di aver violato lo stesso protocollo, per non aver messo a sua disposizione un ufficio nello scalo, come per gli altri sindacati. Il Clpt definisce quindi “pretestuosa” la decisione e, in generale, riferisce di “un atteggiamento di inoperosa acquiescenza verso le irregolarità che si verificherebbero in diverse aziende da parte dell’Autorità portuale”. Per domani il Coordinamento e lo stesso Puzzer hanno annunciato una conferenza stampa, che si terrà comtemporaneamete a un nuovo corteo no green pass previsto in aprtenza da Ponziana. (Servizio di Laura Buccarella)


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