27/01/2022 TRIESTE – La cerimonia per la Giornata della Memoria si è svolta, a parte l’intervento del rabbino, secondo la consuetudine. Nel suo intervento, il sindaco ha sottolineato come sia necessario trasformare le riflessioni sulla Shoah in una sorta di viatico per un futuro migliore. || Trieste, dunque, ha fatto memoria, o perlomeno ha cercato di fare memoria della tragedia della Shoah: alle 11, in Risiera, la cerimonia per la Giornata della Memoria, che all’ultimo minuto ha ricomposto il fraintendimento della mancata partecipazione della comunità LGBT, con il sindaco Dipiazza che ha convinto un rappresentante ad essere presente.Una cerimonia che anche quest’anno, causa le restrizioni da pandemia, ha visto contingentati gli ingressi, e che per il resto si è svolta secondo le regole, rigidamente immutabili, cui si è abituati: la sfilata dei labari, i discorsi ufficiali e le preghiere delle comunità religiose presenti in città.Il sindaco, nel suo discorso breve ma incisivo, ha inteso sottolineare la necessità che la memoria della Shoah non sia esclusivo patrimonio della storia ma possa, e debba servire per guardare meglio al futuro.Alla cerimonia, oltre al prefetto Vardè e al questore Tittoni e all’assessore regionale Pierpaolo Roberti in rappresentanza del presidente Fedriga impegnato a Roma quale grande elettore, hanno partecipato consiglieri comunali e regionali, ed assessori. – Intervistati s. e. mons. giampaolo crepaldi (arcivescovo di trieste), roberto dipiazza (sindaco di trieste) (Servizio di Umberto Bosazzi)


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