22/03/2022 TRIESTE – Sono stati depositati i risultati degli esami tossicologici sul corpo di Liliana Resinovich. L’esito, però, non cambia il quadro investigativo, mantenedo la scomparsa e la morte della 63enne triestina ancora avvolte nel mistero. || Liliana Resinovich non ha assunto droghe, farmaci o sostanze tossiche che possano averne causato la morte o un eventuale stato di incoscienza. Lo stabilisce l’esame tossicologico approfondito disposto dalla Procura di Trieste i cui esiti sono stati depositati ieri. Non c’è dunque l’attesa svolta nelle indagini dai risultati delle analisi sul corpo della donna, scomparsa da casa il 14 dicembre e ritrovata senza vita il 5 gennaio nel parco di San Giovanni. Il quadro investigativo non è mutato – scrive infatti il procuratore capo De Nicolo nella nota ufficiale – aggiungendo che proseguono le indagini affidate alla squadra mobile della Questura. Entrando nel dettaglio della perizia, si precisa che sono state effettuate analisi tossicologiche per la ricerca di droghe su sangue eurine, che hanno dato esito negativo.Per aumentare la capacità d’indagine si è poi proceduto con analisi più sofisticate e a più ampio raggio di ricerca per centinaia di sostanze. E’ stato possibile così rilevare la presenza di caffeina, teobromina e uvette,che Liliana aveva assunto presumibilmente acolazione, oltre a qualche multivitaminico, un’aspirina e una tachipirina, le cui tracce sono state ritrovate solo nelle urine. Esito negativo anche da una esami specifici per le cosiddette nuove sostanze psicoattive, tossiche a basse concentrazioni. Il giallo, dunque, non si scioglie: restano in piedi le ipotesi investigative emerse finora, l’omicidio o, come scenario più probabile, il suicidio. (Servizio di Laura Buccarella)


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