21/04/2022 TRIESTE – Quella del razionamento del gas per la pubblica amministrazione è una decisione inevitabile secondo i triestini interpellati stamane sul tema. Fra chi ci ha voluto dire la propria opinione e chi ha preferito commentare ma senza esser ripreso, traspare un senso di rassegnazione e un atteggiamento di massima prudenza di fronte al problema delle risorse energetiche || La pubblica amministrazione si avvia verso un razionamento del gas dovendo fare i conti con dei limiti alle temperature di uffici, scuole e ogni locale dell’ente pubblico. Dal primo maggio al 31 marzo 2023 la temperatura del condizionatore non potrà essere inferiore ai 27 gradi, con due gradi di tolleranza. In sostanza il limite reale è 25 gradi. Per il periodo invernale invece non si potrà salire al di sopra dei 19 gradi, anche qui con due gradi di tolleranza, quindi con un limite reale a 21 gradi. I giudizi a caldo riguardo questa misura si mescolano tra il rassegnato e il razionale, ovvero: non si può far altrimenti oggi giorno ed è giusto razionalizzare le risorseFiltra oltretutto da parte dei cittadini interpellati e che hanno preferito non esser ripresi, circa una trentina, anche un’amarezza di fondo nel considerare che si è arrivati a questo punto poiché nel tempo non è stata valutata un’alternativa di approvvigionamento che non costringa il paese a dipendere da terzi. Non solo, ma se da un lato è considerato tutto sommato giusta una regolamentazione nell’ente pubblico, anche come messaggio di buon senso, dall’altro c’è però il dubbio che poi non sia il privato a far finta di niente, e che ogni risparmio ottenuto da questa misura sia in definitiva poca roba. Proprio i privati, in primis i cittadini, hanno già prestato molta attenzione ai proprio consumi, e alla propria bolletta. (Servizio di Bernardo Gulotta)


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