25/04/2022 TRIESTE – Cerimonia in Risiera, in presenza dopo due anni di pandemia, per il 77esimo anniversariodella Liberazione. Inevitabile, nei discorsi delle autorità, il richiamo all’Ucraina. || E’ stata la prima cerimonia in presenza, in una Risiera nuovamente affollata dopo due anni di pandemia. Ma la festa della Liberazione oggi – ha detto il sindaco Dipiazza, è minacciata dalla Guerra di Putin, che rappresenta anche l’attacco a quei valori su cui fondiamola nostra vita. Anche se l’Unione europea si è riscoperta dei popoli, non solo della finanza. Gli appelli alla pace sono stati il filo conduttore dei discorsi ufficiali per il 25 aprile – quelli dei sindaci di Trieste e Duino Aurisina, di Emanuela Fregonese per i sindacati e di Lucrezia Flora a nome delle associazioni dei partigiani e deportati, che ha sottolineato la posizione contraria alla corsa alle armi. Da più parti è arrivato un appello all’unità. Dopo la deposizione delle corone e i discorsi delle autorità, sono stati celebrati i riti religiosi – cattolico, ebraico, greco ortodosso e serbo ortodosso – e in conclusione si è esibito il coro partigiano Triestino. Sempre meno numerosi, i testimoni della seconda guerra mondiale e di quel 25 aprile di 77 anni fa ci chiedono di raccontarela loro esperienza. Come la signora Luisa, che telefona spesso a Sveglia Trieste.O come Laura Stock, 85 anni di Servola, che ancora combatte l’ignoranza di chi nega la presenza della Risiera come luogo di morte. – Intervistati ROBERTO DIPIAZZA (SINDACO DI TRIESTE), ANNUNZIATO VARDE’ (PREFETTO TRIESTE), LUCREZIA FLORA (ASS. PARTIGIANI E DEPORTATI), LUISA MERIGGIOLI, LAURA STOCK (Servizio di Laura Buccarella)


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