02/07/2023 TRIESTE – E’ questione di giorni per la realizzazione di un hotspot in Friuli Venezia Giulia volto alle pratiche di riconoscimento dei migranti in arrivo dalla rotta balcanica. La regione, assieme a Sicilia e Calabria, è fra quelle maggiormente interessate dai flussi in entrata di richiedenti asilo. || Si avvicina sempre di più la realizzazione di un hotspot in Friuli Venezia Giulia dedicato ai riconoscimenti dei migranti, prevalentemente per coloro i quali provengono dalla rotta balcanica.La situazione nazionale, come riporta il quotidiano “Il Giornale”, in questi giorni sta vivendo una fase di semi collasso dovuta al numero sempre crescente di sbarchi nelle coste di Sicilia e Calabria e di arrivi via terra dal così chiamato “corridoio est” che vede proprio il Friuli Venezia Giulia come primo approdo in terra italiana. Nei primi mesi del 2023 il Viminale ha notificato 64.930 sbarchi di migranti, +135% come aumento di arrivi rispetto al 2022 e con 14.575 migranti sbarcati solo nel mese di giugno.Nelle intenzioni del Governo oltre alle applicazioni del decreto Cutro, c’è la ferma volontà di dare attuazione al patto sui rimpatri stabilito in Lussemburgo con la contrarietà di Polonia e Ungheria. Gli hotspot in questo caso sarebbero dedicati a procedure, le più snelle possibili, di riconoscimento oltre che di prima e temporanea accogienza. Secondo le linee del Commissario all’Immigrazione, il Prefetto Valerio Valenti, si tratterebbe di strutture con una capienza limitata, si parla di 100 posti, che a giorni potrebbero esser operative nei luoghi maggiormente interessati dai fenomeni migratori. Il Friuli Venezia Giulia sarà probabilmente la prima regione a veder allestita una struttura di questo tipo. Un percorso non facile non solo a livello amministrativo, ma anche sociale in quanto lo stesso Valenti ha dedicato molto del suo lavoro a contatto con i territori per definire luoghi e modalità operative. I rimpatri in tal senso hanno l’obiettivo di sgravare le zone a oggi dense di donne e uomini provenienti da diversi paesi, identificando coloro i quali non hanno i requisiti per la richiesta di protezione internazionale, lasciando respiro alla gestione di chi ottiene lo status di richiedente asilo. Sempre dal Viminale emerge difatti che fra i principali paesi di prove (Servizio di Bernardo Gulotta)
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