TRIESTE – POSTER DI FORZA ITALIA: DOPO GLI STRAPPI COMPAIONO GLI INSULTI || Dopo esser stati oggetto di dibattito politico sul messaggio contenuto, dopo esser stati criticati dalla comunità cinese di Trieste, dopo esser approdati in consiglio comunale per il tramite di una domanda di attualità cui ne è seguito uno scambio di battute sul filo della tensione, dopo averli visti strappati o male incollati, ecco ora che per i poster di Forza Italia compaiono anche gli insulti.
Vergogna! No all’odio razziale! Si legge a chiari lettere su ciò che rimane del cartellone affisso. Ma anche: Dipiazza come Benito, 2021 o 1993?
Sia questo o meno l’ultimo atto della vicenda, le frasi riportate negli spazi ormai divelti dei cartelloni di via Fabio Severo non saranno di gradimento per il popolo forzista che dall’affissione dei poster a oggi ha mantenuto un assetto stile testuggine romana nel gestire ogni esternazione politica o ogni affronto, per così dire, vandalico.
Il problema in questi casi nasce dal fatto che dando il là a un comportamento scorretto, vedi per esempio il deturpare o rovinare un poster, qualunque esso sia, si crea la condizione affinché il passo successivo peggiori la situazione. Una scritta sovrasta l’altra, a un piccolo strappo ne consegue uno più ampio, fino tirare in mezzo anche il sindaco. Col risultato che tra le poche parole che rimangono evidenti, spicca quella di cui meno abbiamo bisogno di leggere, perché già troppo invadente nella quotidianità di tutti. (Servizio di Bernardo Gulotta)