14/05/2024 TREVISO – Pubblicata la norma europea sulle indicazioni geografiche che limita fortemente l’utilizzo di nomi o termini che possono confondere i consumatori. Una legge che dovrebbe spegnere definitivamente la controversia tra Prosecco e Prosek. Soddisfazione dalla politica, ma prudenza dai produttori per i quali il caso non e’ ancora chiuso del tutto || L’Unione europea ha deciso, d’ora in poi nessuno potra’ utilizzare il termine prosecco come menzione tradizionale anche declinato in lingue diverse dall’italiano. A stabilirlo la pubblicazione odierna sulla gazzetta ufficiale europea del regolamento sulle indicazioni geografiche che appunto limita fortemente l’uso ingannevole di nomi che possano evocare prodotti di altri luoghi o altre nazioni. Una norma nata sulla disputa tra Italia e Croazia del termine prosek che risale al 2021quando lo stato balcanico chiese all’europa di annoverare uno dei loro vini bianchi tra quelli da fregiare con la menzione tradizionale tipica. Vino liquoroso che pero’ ha un nome troppo simile al prosecco difeso da un’importante ufficio legale in tutto il mondo che ha fatto battere in ritirata importanti multinazionali che avevano cercato anche solo di abbinarlo a delle patatine o a distribuirlo in lattina. Ma qui la controversia era tra stati dell’unione chiamata per questo a decidere in merito. Cosi’ da oggi il prosecco e’ solo prodotto dal Veneto e dal Friuli mentre continua la battaglia su altri fronti, primo tra tutti quello con il prosecco prodotto da tanti pronipoti di veneti emigrati in Australia. Soddisfazione da parte dei consorzi a partire dalla Docg del superiore di Conegliano e Valdobbiadene che tra l’altro domani rinnovera’ il proprio direttivo. – Intervistati ELVIRA BORTOLOMIOL (Presidente Consorzio Conegliano Valdobbiadene prosecco superiore Docg) (Servizio di Lucio Zanato)
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