20/05/2024 TRIESTE – Con la sconfitta a Benevento la Triestina ha ufficialmente terminato la propria stagione. Un anno sportivo partito con alte aspettative, poi ridimensionate a causa della crisi invernale di risultati e l’esonero di Tesser a cui si è affiancata la grana del manto erboso del Rocco. Una stagione ad ogni modo sufficiente che, guardando alla prossima, servirà per puntare più in alto || Che voto si può dare alla stagione della Triestina? Bella domanda. Difficile rispondere. Ma guardando con onestà e obiettività sicuramente l’annata dell’Unione merita la sufficienza, spieghiamo perché.In primo luogo giova ricordare che l’attuale proprietà statunitense si è insediata nel luglio dello scorso anno dovendo costruire una società praticamente da capo, scegliendo staff, dirigenti, giocatori e allenatore nei mesi estivi e con una programmazione che ha guardato da vicino il calendario con la fretta di farsi trovare pronti per l’inizio delle gare ufficiali. E ancora: Ben Rosenzweig ha rilevato una Triestina che l’anno precedente ha sfiorato la retrocessione sotto la guida di una società che in più di un’occasione ha fatto discutere la piazza. Archiviato il passaggio societario, l’Unione 2023/2024 ha dimostrato grandi premesse in primis con l’arrivo di Attilio Tesser, in secondo luogo con un mercato estivo promettente. Ecco dunque che le aspettative sono inevitabilmente aumentate parlando di piani alti del girone se non addirittura di squadra da promozione diretta. Troppa fretta, dunque, nell’alzare l’asticella degli obiettivi? Sulla carta forse no, ma il calcio si gioca in campo, e sul fattore CAMPO torneremo, e questo ha detto che Mantova, Padova e infine anche Vicenza erano, e sono stati, avversari a cui dover guardare con attenzione. Prima parte di campionato molto buona: risultati e gioco hanno ben impressionato tutti, con qualche piccolo inciampo che ci può stare. Poi la flessione pre-natalizia, quella che probabilmente è stata la svolta in negativo dell’intera annata: l’esonero di Attilio Tesser da terzo in classifica e l’arrivo di Roberto Bordin non sono stati compresi dalla tifoseria che alla ricerca di una spiegazione logica si è sentita rispondere che si era entrati nella seconda fase del progetto. Concetto che, forse, ancora oggi non risulta così chiaro. Ma tant’è, perché fondi e impegno l’han presi una società che al netto di tutto ha il diritto (Servizio di Bernardo Gulotta)


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