16/04/2021 TRIESTE – MORTI SOSPETTE DI ANZIANI: SFILATA DI TESTI E SPUNTANO LE INTERCETTAZIONI || Una sfilata di testi alla sbarra, addirittura 60 tra accusa e difesa nel processo – apertosi oggi – al dottor Vittorio Campanile, il medico di Monfalcone (anestesista del 118), accusato di aver ucciso 9 anziani triestini con iniezioni di potenti sedativi tra cui il Propofol. Nella prima udienza davanti al giudice Giorgio Nicoli, che presiede con a latere il magistrato Francesco Antoni e la giuria popolare, sono stati acquisiti gli elementi di prova. In quanto datore di lavoro dell’anestesista è stata chiamata in causa dalle vittime anche l’Asugi per le richieste di risarcimento danni. Ma pure l’azienda sanitaria si è costituita parte civile per rivalersi sul medico dopo averlo licenziato. A profilarsi all’orizzonte come potenzialmente decisive – assieme alle testimonianze – sono le intercettazioni di cui si è appreso oggi. Nella prossima udienza verrà nominato un consulente ad hoc con il compito di accertate i termini medici dirimenti contenuti nelle registrazioni audio. Restano da capire i contenuti di queste conversazioni e se saranno in grado di provare al di là di ogni ragionevole dubbio la condotta di Campanile. L’indagine coordinata dai pm Cristina Bacer e Chiara De Grassi scatto il 3 gennaio 2018 a seguito di un soccorso nella casa di cura Mademar, dove era deceduta l’ottantunenne Mirella Michelazzi. Il medico le aveva somministrato il Propofol nonostante richieste del figlio che domandava il ricovero della madre. La donna era morta poco dopo l’iniezione. L’indagine si era poi allargata su altre otto morti sospette: pazienti tra i 75 e i 90 anni affetti da gravi patologie o colti da improvvisi peggioramenti e che – stando all’impianto accusatorio – avrebbe fatto la stessa fine. (Servizio di Marco Stabile)
videoid(HZYDDNFB31U)finevideoid-categoria(tg)finecategoria