22/01/2022 TRIESTE – E’ andata bene, ieri, la prima al Teatro Verdi di “Amorosa presenza”, l’opera commissionata espressamente a Nicola Piovani. Particolarmente apprezzate la regia e le soluzioni scenografiche. || C’era bisogno, e non solo per il Teatro Verdi, di un’operazione come quella che ha portato, ieri, alla prima mondiale di “Amorosa presenza”. E’ stato sottolineato, molto, in questi giorni, come la decisione di commissionare un’opera a Nicola Piovani, premio Oscar 1998 per la colonna sonora de “La vita è bella”, sia stata presa circa tre anni fa, prima che l’emergenza pandemica stravolgesse un po’ tutte le nostre abitudini: tanto che il debutto dello spettacolo era stato procrastinato.Ieri, dunque, la prima. In un clima piuttosto strano. Perché indubbiamente l’attesa per una composizione nuova ha in qualche modo ceduto il posto alla voglia di normalità che un appuntamento come il primo spettacolo dell’anno di un teatro lirico è in grado di incarnare. Pure, da subito, l’atmosfera creatasi nel foyer emanava tranquillità e, persino, una sorta di disponibilità difficilmente percepita in altre occasioni.Quasi a voler anticipare il tono della serata, dal punto di vista artistico. Che si è risolta in un successo notevole, arriso a tutte le componenti dello spettacolo, a partire dal tenore giapponese Motuharo Takei, chiamato all’ultimo momento in sostituzione dell’interprete designato.Da un punto di vista strettamente musicale, Piovani ha mantenuto le promesse: “Amorosa presenza” è un’opera affettivamente nuova, si sentono strumenti e toni che per qualcuno non avrebbero diritto di cittadinanza in via San Carlo (c’è un po’ di Piazzolla, c’è tanto jazz), pure vi sono rimandi alla tradizione classica in grado di non scontentare alcuno.Essenziali, per il dipanarsi della vicenda tratta dal romanzo di Vincenzo Cerami che esce migliorato dal trattamento a cura dello stesso Piovani e di Aisha Cerami, oltre alla regia attentissima di Chiara Muti, la scenografia e il giuoco di luci realizzati da Leila Fteita e Vincent Longuemare che seguono la storia di Serena (Maria Rita Combattelli) e Orazio lungo quattro stagioni durante le quali i due ragazzi, per esplorare il proprio amor (Servizio di Umberto Bosazzi)


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