18/08/2025 TRIESTE – Online i documenti aggiornati del progetto di riqualificazione della costa di Barcola, un intervento che ridisegnerà il rapporto tra Trieste e il suo mare. Entro settembre è atteso il rapporto preliminare di scoping, tappa fondamentale per avviare la valutazione ambientale. || La trasformazione del lungomare triestino compie un passo avanti: sul sito della Regione Friuli Venezia Giulia è ora possibile consultare i materiali aggiornati del progetto di riqualificazione di Barcola, mentre entro la fine di settembre è attesa la consegna del rapporto preliminare di scoping, documento chiave per l’avvio della valutazione ambientale e della consultazione delle Autorità competenti.Non si tratta soltanto di un’opera di difesa costiera, ma di un intervento che ridisegna l’intero rapporto tra città e mare. L’obiettivo è proteggere il litorale dalle mareggiate e dall’innalzamento del livello del mare, migliorare la sicurezza della balneazione e ampliare gli spazi per lo sport, il relax e la mobilità sostenibile. Le analisi tecniche hanno evidenziato una vulnerabilità crescente: le protezioni esistenti non sono più in grado di resistere agli eventi estremi, e senza interventi strutturali l’erosione e le inondazioni continueranno a minacciare la costa.Il progetto nasce da questa necessità, ma la coglie come opportunità di rigenerazione urbana. Gli interventi si articolano in undici ambiti: nuove scogliere e dighe frangiflutti, spiagge di sassi, piscine naturali, percorsi pedonali e ciclabili potenziati, accessi inclusivi al mare, aree per sport acquatici e noleggio di imbarcazioni leggere. Centrale la riqualificazione dei “Topolini”, simbolo balneare cittadino: le strutture verranno protette da nuove scogliere sommerse che, oltre a ridurre l’impatto delle onde, creeranno piscine di marea dedicate al gioco e al relax.Il piano si fonda anche sull’ascolto: sondaggi e indagini hanno confermato le criticità percepite dai triestini, dalla scarsità di spazi balneari pubblici all’inadeguatezza delle strutture, fino alla pericolosa commistione fra traffico veicolare e zone di balneazione. Da qui la scelta di ampliare le aree a mare dove possibile, allontanando i bagnanti dalla strada e ripensando l’organizzazione della mobilità.I numeri raccontano l’imp (Servizio di Bernardo Gulotta)


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