05/10/2025 TRIESTE – Ottanta volontari tra sub e apneisti hanno ripulito i fondali del Canale di Ponterosso per la quinta edizione della Barcolana Sea Project. Pneumatici, sedie, bottiglie e rifiuti di ogni genere riportati in superficie durante un’operazione che unisce tutela ambientale e senso civico. || Sotto le acque quiete del Canale di Ponterosso, un piccolo mondo sommerso fatto di oggetti dimenticati e scarti del quotidiano è stato portato in superficie. Proprio lì infatti, ieri mattina, oltre ottanta tra subacquei, apneisti e volontari hanno dato il via alla quinta edizione della Barcolana Sea Project, con la tradizionale pulizia dei fondali organizzata dall’associazione ambientalista L’Altritalia Ambiente di Trieste.Per ore, i partecipanti hanno lavorato fianco a fianco, sollevando dal fondo un campionario di rifiuti tanto vario quanto sconcertante: dai classici pneumatici, sedie, cestini, anche cartelli, bottiglie e teloni di plastica, persino una macchina da scrivere. Oggetti, in particolare i dehors dei locali della zona trascinati dal vento o gettati incautamente, che raccontano una quotidianità distratta e una convivenza difficile tra chi non ha a cuore l’attenzione per l’ambiente e il suo mare.Le operazioni si sono concentrate nel tratto di canale più vicino al mare, tra il Ponte Curto e il Ponte Verde, dove i rifiuti si accumulano con maggiore frequenza. L’intervento è avvenuto con il supporto tecnico di AcegasApsAmga per il conferimento dei materiali e dei Pompieri Volontari di Trieste, presenti con un mezzo antincendio.L’iniziativa, patrocinata dal Comitato Regionale Fipsas FVG, ha coinvolto numerosi circoli e club subacquei — dal Sub Sea Club Trieste al Circolo Sommozzatori Trieste, da Deep Blue a Triblù — in una rete di collaborazione che ha trasformato la pulizia del canale in un gesto collettivo di responsabilità ambientale.Prima di scendere in acqua, i partecipanti hanno osservato un minuto di silenzio in memoria del giovane apneista triestino recentemente scomparso in mare. Un tributo che ha dato un tono più profondo all’intera giornata, ricordando quanto il legame con il mare, per Trieste, sia insieme naturale e sacro.Tra i riflessi dell’acqua e le mani che sollevavano i detriti, è riemersa anche la consapevolezza che la cura dell’am (Servizio di Bernardo Gulotta)


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